venerdì 5 agosto 2011

Wasenhorn o Punta Terrarossa (3246m)

 
DATI TECNICI:
Difficoltà escursione: …difficile per me giudicare! Direi E fino all’attacco della parete rocciosa, poi F fino al nevaietto; PD per l’ultimo strappetto sulla “via normale” e la discesa dalla cresta SW
Dislivello: D+1.300mt. (compresi i saliscendi)
Sviluppo: 14km circa
Tempo di percorrenza (soste incluse):
  • salita 3h 20’
  • discesa 3h 30’
Galleria fotografica:   QUI 

La proposta dell’Enzo, per questa mia seconda uscita 2011 in montagna, è: il Terrarossa o WasenHorn (mt. 3.247); stupenda piramide sul Sempione, dirimpettaio del ben più alto e imponente Monte Leone (mt. 3.553). Curiosa come sono faccio qualche ricerca e mi informo un po’ “Bello, Bello, …sembra facilino!” Proposta accettata…

Con tutta calma verso le 8.00 partiamo da Verbania, direzione Ossola, poi Passo del Sempione e infine parcheggiamo davanti all’Ospizio; all’incirca alle 9.30 la ns. gita comincia……

La giornata è a dir poco fantastica, così come lo era stata ad inizio Luglio quando eravamo saliti sulla Weismiess, tanto sole, aria bella fresca e in quota un leggero venticello. Anche gli amici Giada & Vittorio hanno il ns. stesso obiettivo, ma loro decisamente più mattinieri di noi, chissà dove già saranno….

Iniziamo a salire nel verde brillante dei pascoli, su un bel sentiero che per un bel pezzetto si snoda a fianco di una "bisse", piccolo corso d’acqua che incalana l'acqua di fusione del ghiacciaio per scopi di irrigazione; nel silenzio che regna quassù lo scorrere dolce dell’acqua lentamente mi coccola…

Il Terrarossa, punta rocciosa ed aguzza, è diritto davanti a noi e ci domina, …sinceramente mi chiedo “Ma come cavolo faremo ad arrivare in vetta?”… poi, man mano che ci si avvicina l’impossibile sembra trasformarsi in qualcosa di abbordabile e così la mia preoccupazione iniziale svanisce….
Procediamo tranquilli, Enzo oggi si adegua al mio passo e tra varie chiacchiere ci addentriamo  verso quella che era la parte terminale dell'ormai esausto Chaltwasser Gletscher. Il dolce sentiero lentamente si  adegua alla morfologia della montagna: lentamente inizia a salire e il bel verde lascia il posto al grigio delle placche rocciose.
Ci concediamo una breve sosta ristoratrice; io mezzo panino con speck e formaggio, l’atleta una barretta. Dietro a noi un gruppetto di escursionisti lentamente si avvicina e il mio accompagnatore mi ricorda che “Non dobbiamo farci prendere!” ….vabbè glielo concedo tanto poi andremo al mio ritmo cmq, ingurgito gli ultimi due bocconi e via riprendiamo la salita armati di bastoncini!


Procediamo su una suggestiva fascia rocciosa levigata dall'azione del ghiacciaio, superato un dosso eccoci sull’ultimo tratto pianeggiante e davanti a noi lo sbarramento morenico dell'attuale ghiacciaio, la maestosità della parete glaciale del Leone (quel poco che ne resta…) e il bellissimo laghetto dalle acque color turchese; la nostra meta è invece lì a sinistra….

Incontriamo gli amici di Enzo del CAI di Arona, veloci saluti, qlc scambio di battuta e via che ognuno procede verso le relative mete….
Arriviamo al rifugio Cabane Monte Leone , da qui ora la parte più difficile: davanti a noi solo ripide chine detritiche, sassi instabili disseminati ovunque!
Diversi alpinisti stanno già scendendo, “Cavoli, Enzo, oggi mi sento molto ‘milanese’!” e poco dopo ecco l’amico Vittorio, anche lui già in fase di discesa con Giada e Paola, che ci saluta.
Ci fermiamo  a scambiare qlc parola: Vittorio è arrivato in vetta, Giada e Paola invece hanno preferito fermarsi all’attacco dell’ultima paretina; ci informa che è fattibile, ma di prestare attenzione anche al piccolo nevaietto che troveremo…. Ci salutiamo dandoci appuntamento nel pomeriggio per la doverosa merenda!

Enzo nulla dice, ma la sana invidia che provava nei confronti dell’amico perché pensava fosse salito dalla cresta Sud-Ovest, improvvisamente sparisce….

Procediamo lentamente, la distanza da percorrere è poca, ma molto ripida e instabile; a tratti qualche alpinista in fase di discesa richiama l’attenzione di quelli più sotto, sui sassi in caduta. Il mio occhio è sempre rivolto all’insù “Cazzarola se tira!” e poi cmq siamo a 3.000mt  il fiato è corto!!
Enzo mi incoraggia “Dai manca poco!
Arriviamo al nevaietto, a vederlo da sotto mi pare una fesseria, eppure i due alpinisti che scendono stanno procedendo quasi a carponi dando le spalle al vuoto, boh… ne approfittiamo per concederci una piccola pausa, poi non appena la via si libera ripartiamo!!!
Non mi pare nulla di trascendentale, pianto bene la punta del piede nelle orme già presenti e via che salgo; pochi metri forse 50mt. e una volta rimessi i piedi sulla roccia mi fermo e guardo giù, dentro di me mi dico “Porcavacca, se scivolavo ero morta!” ad Enzo dico solo “Avrò i miei seri problemi a scendere di qui!

E lui imperretterio mi risponde “Dai brava meno di 50mt e siamo in vetta!

Arriviamo in vetta nel preciso momento in cui un’allegra famiglia Verbanese si appresta a scendere!
Loro però sono saliti dalla cresta Sud-Ovest ed l’Enzo, che ha un debole per le creste ed era dalla partenza che continuava a guadare in quella direzione invidiando l’amico Vittorio, non esita a farsi scappare la fatidica domanda: “Com’è la cresta?” e la simpatica famigliola che gli risponde: “Nel primo tratto molto aerea, poi decisamente meno. E’ ben segnalata e a tratti il sentiero si allarga.
Ci salutiamo, loro vanno e noi ……..
ci godiamo la vetta nel silenzio più assoluto,
nella pace immensa che solo questi posti sanno regalare….
La vista spazia,
non so più dove guardare,
il panorama è un qlcosa di superlativo...
spazia dall’Oberland al Vallese, dall’Alpe Veglia al Mone Leone e al Sempione...
... MAGNIFICO, pura ed immacolata bellezza!

Devo stare seduta, però, la testa gira eccome se gira, sarà la quota, sarà l’emozione, sarà che sono circondata da strapiombi, qui tutto gira, …sono in un turbinio di emozioni….
Devo tornare al presente, si mangia……….. che bello però essere arrivati in vetta per un ultimi: nessuna rottura di maroni!

Il tempo passa, non ho idea di quanto, arriva il momento di scendere!
Una bella sorpresa mi aspetta: “Scendiamo dalla cresta!” sentenzia Enzo “OK” rispondo.

Mi preparo, mi infilo lo zaino, il tutto chiaramente da seduta e via che mi tiro in piedi “Porca miseria! Più di 500mt di vuoto sia a destra che a sinistra, se passo giù posso giusto tirarmi su con un cucchiao” tengo per me questi pensieri, ricerco la concentrazione e mi convinco che posso farcela.
Enzo davanti procede agile e sicuro, io dietro, chiaramente senza corda, procedo molto lentamente nella massima concentrazione … sono pochi metri lineari 100 o qlc in più, ma veramente sudati! La cresta è pianeggiante, ma COMPLETAMENTE aerea, non appena arrivo alle rocce davanti a me tiro un sospiro di sollievo!

Non è che ora la situazione sia tanto meglio, ma per lo meno da un lato ho le rocce che mi proteggono da un’eventuale caduta e dall’altro non ho il vuoto, ma un salto bello bello ripido, le conseguenze sarebbero le medesime di prima, ma per il mio cervello …sembra meglio!

La discesa è …eterna! Quando la traccia sembra aprirsi ecco che subito ricompare una crestina o una discesa bella ripida su terreno franoso; passaggi di I° e II° sparsi quà e là….siamo su una balconata rocciosa
La concentrazione è tanta, scendiamo e inizia a far caldo….. A differenza di quanto dettoci la via non è per nulla ‘ben segnalata’ o meglio gli ometti che probabilmente dal basso verso l’alto si individuano facilmente, al contrario, cioè scendendo, sono nascosti o si confondono con i sassi intorno; Enzo procede per intuizione e tentativi, io lo seguo, a volte torniamo sui ns. passi a volte azzecchiamo la strada al primo colpo….

Finalmente, non so dopo quanto, ci troviamo su un sentiero che porta, penso, al Passo di Maderlicke; dovremmo proseguire verso il passo per poi girare e scendere a sx, ma è tardi gli amici giù ci aspettano e non sapendo del ns. ‘fuori programma’ magari si preoccupano, il mio ginocchio torna a pulsare  quindi optiamo per ….un bel taglio su sfasciumi; ci lasciamo trasportare dal materiale detritico, sembra di sciare sui sassi…..  
Eccoci, siamo giù al lago,  il verde inizia a riapparire … l’allegra famigliola incontrata in vetta è la avanti, così come gli amici del CAI di Arona, così come molti altri escursionisti.
Scendiamo di buon passo, i piccoli corsi d’acqua incontrati la mattina nel salire ora sono ben più ‘gonfi’,  ma grazie alle passerelle li si attraversa senza dover guadare…  e poi laggiù??? …le ‘pecore di Zermat’!!!! Molto grandi con zampe e muso nero e il resto del corpo bianco sporco, parlo con un escursionista che mi dice che sono “Tipiche di Zermat e vivono allo stato brado per tutto l’anno” …che belle!!! 

Mentre scendiamo squilla il telefono di Enzo, è Vittorio “Stiamo scendendo, abbiamo passato il torrente, ma ci vorranno ancora 50’ ….e abbiamo optato per scendere dalla cresta …Si, si, …Mancano all’incirca acora 50’ … ah OK! Va bene ciao, saluta tutti, ciao ciao
In effetti l’attesa sarebbe ancora lunghetta….
Spensierati e felici per la bellissima giornata trascorsa, un sogno per qualcuno…. andiamo verso la macchina fermandoci però un attimo a salutare un bella marmotta tranquilla e beata davanti alla sua tana!
Concludiamo la stupenda giornata da Arnold… e come non gustare un’ottima fetta di torta con una bella birra fresca?
Alla prossima…..

5 commenti:

Furio ha detto...

Bel posto davvero, ci son stato qualche anno fa, ma salendo dal Veglia; via assolutamente sconsigliata e pericolosa direi.

Patty ha detto...

Primo a Enzo che mangia una barretta no comment ahahaha
Secondo chapeau per il coraggio ^-^
Terzo in bocca al lupo per domenica e occhio al ginocchio.

Barbara ha detto...

_FURIO: già!! Mizzega dal Veglia?? Era ripido da paura..

_PATTY: il ginocchio è il meno della cavagna!! Mi hanno diagnosticato un primissimo di stadio di pubalgia (al momento si tratta solo di estesa infiammazione...) che devo curare se a settembre voglio partire con la preparazione dell'ETP!!!!

Ger ha detto...

La tua relazione è bellissima, pensa di emozione, di umiltà e di rispetto x la montagna. Grazie x aver condiviso la tua esperienza

Ger ha detto...

La tua relazione è bellissima, pensa di emozione, di umiltà e di rispetto x la montagna. Grazie x aver condiviso la tua esperienza