lunedì 11 luglio 2016

ALTILLONE-VOVA-SALECCHIO-PASSO

DATI TECNICI
Difficoltà:E
esposizione prevalente: Varie
quota partenza (m): 1.219mt.
quota arrivo (m): 787mt.
dislivello complessivo (m): 562mt.
località partenza: Fondovalle (Formazza , VB )
località arrivo: Passo di Premia (Formazza , VB )

note tecniche:
Organizzarsi in modo da lasciare una macchina a Passo (località di arrivo).
Si tratta di un’escursione facile, dal dislivello contenuto che si sviluppa in circa 12km. Tempo di percorrenza a passo tranquillo 4h 30'.

descrizione itinerario:
Usciti dalla galleria di Fondovalle, girare dopo pochi metri a sx, sulla strada vecchia, dopo poche centinaia di metri parcheggiare ed imboccare il sentiero a destra (indicazione: Altillone), che in breve porta alla località Altillone, con il suo omonimo lago, che dopo anni di quasi prosciugamento, adesso è ritornato a dimensioni di un tempo, putroppo però con acqua verdastra, anzichè cristallina, come negli anni passati! Il villaggio è caratterisco, le baite e  la chiesa sono alquanto datate.
Seguendo il sentiero che entra nel bosco, si supera qualche torrentello e si raggiunge la sterrata che da Chioso conduce all'Alpe Vova., immersa nel  verde. Mantenendo la sinistra si arriva a Cà Francoli (1555 m) , un gruppetto di case Walser con un fascino unico. Si arriva poi  a Salecchio Superiore con belle case Walser quasi tutte ristrutturate e ricche di colori grazie ai balconi ricchi di fiori; si scende a Salecchio Inferiore passando accanto alla scuola da anni abbandonata, ad altre case Walser ormai in stato di rovina e al caratteristico cimitero dove i defunti veniva sepolti in piedi in quanto il terreno consacrato era di piccole dimensioni.......
In questa località ogni anno si festeggia la Candelora (1° domenica di Febbraio) con una cerimonia sacra e festa popolare a base di polenta.
Da Salecchio si scende a Passo per un sentiero realizzato da un sacerdote nel 1720 come conferma una scritta incisa nel sasso accanto ad una Cappella dedicata alla Madonna.
Gita molto ricca di storia, colori e panorami.
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commento personale:
Divertente giornata trascorsa con il CAI Pallanza; giornata torrida, incontrati diversi escursionisti e diversi gruppi giovanili.
Giro facile e rilassante, ottimo per sgranchire le gambe dal gitone del giorno prima http://vdfrunners.blogspot.it/2016/07/ofenhorn-punta-darbola-mt-3235.html 

OFENHORN (Punta d'Arbola) mt. 3.235

DATI TECNICI
Difficoltà: F
esposizione prevalente: Varie
quota partenza (m): 1.772
quota vetta (m): 3.235
dislivello complessivo (m): 1.760
località partenza: Valdo (Formazza , VB )
punti appoggio: Rifugio Margaroli m. 2194. (tel. 0324-63155). www.rifugiomargaroli.it
note tecniche:
Per l’avvicinamento al Rifugio si può utilizzare una seggiovia fino a Sagersboden, riducendo a ore 1,30 il tempo di percorrenza.
Si tratta di un’ascensione che si svolge su sentiero, morena, nevai e un facile ghiacciaio, che presenta un tratto ripido prima della cima e potrebbe esserci qualche crepaccio.
Giugno e luglio sono i mesi migliori per compiere la salita.

descrizione itinerario:
Da Valdo 1274 m, parcheggiata l’auto in un grande parcheggio, si sale con la seggiovia fino alla stazione terminale dell’impianto, Sagersboden 1772 m. Da qui si imbocca un ottimo sentiero che supera ripidamente un bosco, per poi uscire nella parte superiore del Vallone del Vannino, dove è ben visibile in alto la Punta d’Arbola e buona parte dell’itinerario di salita.
Si sale tenendosi al centro del Vallone del Vannino, costeggiando a destra il torrente, salendo gradualmente senza strappi; il sentiero è sempre ottimamente segnalato. Si raggiunge così la diga del lago e il Rifugio, posto a quota 2194 m (ore 1h-1h30 da Sagersboden).
Dal Rifugio si inizia a salire su un sentiero a destra (indicazioni per il Passo di Nefelgiù e il Passo del Vannino), dopo pochi minuti si incontra un bivio, va trascurato il sentiero che si stacca sulla destra (porta al Passo di Nefelgiù) e ci si inerpica lungo il sentiero che sale ripidamente per pendii erbosi e detritici a sinistra, e conduce prima ad un’ampia sella erbosa, e poco dopo si raggiunge il bel Lago Sruer a quota 2330 m.
Si costeggia per un tratto il lago verso destra, poi il sentiero riprende decisamente a salire per pendii detritici, raggiungendo la grande morena sottostante il Ghiacciaio del Sabbione. Si continua a salire nel valloncello (sovente innevato) che porta al ben visibile Passo del Vannino mt. 2754.
Dal Passo, messo piede sul ghiacciaio, si segue l’evidente pista che con una specie di semicerchio verso sinistra consente di evitare una zona che può essere abbastanza crepacciata, risalendo poi i pendii glaciali del versante NE della Punta d’Arbola, piegando gradualmente a destra, si lasciano alcuni grandi spuntoni rocciosi sulla destra, per volgere poi nuovamente verso sinistra in direzione della cresta NE per pendii più ripidi.
Senza raggiungere la cresta si risale direttamente il bel pendio verso destra, con un ultimo tratto abbastanza ripido si raggiunge la cima, dove nei pressi di alcuni affioramenti rocciosi è posta una grande croce di legno.
In discesa non rimane che seguire a ritroso le tracce di salira fino al Passo del Vannino, e da qui per sentiero si rientra a Sagersboden.

altre annotazioni:
La Punta d’Arbola è una delle montagne più note e frequentate delle Alpi Lepontine, una delle mete classiche per l’alpinismo facile su ghiacciaio della Val Formazza. E’ una montagna costituita da gneiss e in prevalenza ricoperta da estesi ghiacciai, a Nord scende il Ghiacciaio del Sabbione (uno dei più grandi delle Alpi Centrali), a Ovest si trova il Talligletscher che scende in territorio elvetico, nella Binntal, mentre a Sud è situato il Ghiacciaio d’Arbola sche scende verso la conca del Devero.
La vetta è uno spettacolare punto panoramico, la visuale può spaziare dal Massiccio del Rosa, al Gruppo dei Mischabel, alle Alpi Lepontine, all’Oberland Bernese. E’ conosciuta con due nomi, Ofenhorn in tedesco (significa Punta del Forno) oltre al toponimo italiano Arbola. 
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commento personale:
Abbiamo spezzato la gita in due giorni: saliti il Venerdi, con l'ultima seggiovia, al rifugio Margaroli, abbiamo affrontato la vetta l'indomani, compiendo poi una bellissima traversata scendendo sul Ghiacciaio dei Sabbioni fino al rifugio Claudio Bruno e da qui alla Diga dei Sabbioni, per poi giungere la Diga di Morasco ed infine a Riale, dove un gentile escursionista milanese ci ha dato uno strappo in macchina fino a Ponte per recuperare la macchina.
Totale del giro (dal Rifugio Margaroli a Riale): 18km con d+1.350mt. 

Ad oggi Sabato 9Luglio la neve è presente ed abbondante a partire da quota 2.600mt su entrambi i versanti. Ghiacciaio completamente chiuso, saliti e ridiscesi senza usare nè picozza, nè corda, nè ramponi: la neve molle e abbondante permette allo scarpone di affondare quel giusto per salire in sicurezza.
Prima alpinistica per il socio Enrico, che sembrava camminare sulle uova; tenuto passo molto lento in particolare in discesa e giro completato in 8h in tutta tranquillità.
Una due giorni FANTASTICA con ottimi compagni di avventura: Fabrizio ed Enrico!!!